| Il 2020 ha visto il distanziamento come elemento di mutazione degli assetti delle organizzazioni. Lo Smart Working, è di fatto diventato una realtà in molte aziende. I modelli di Leadership stanno evolvendo. Lo scenario pandemico ha accentuato la necessità di porre sempre più attenzione a due temi quali la salute e l’equilibrio tra lavoro e vita privata. Allora quali sono le leve che le aziende debbono toccare per mantenere e salvaguardare il patrimonio umano e professionale dei propri dipendenti, per tenere alta la motivazione e favorire responsabilità e collaborazione?
Lorenzo Bassi Principal di Carter & Benson – Il Covid-19 ha impattato pesantemente su tutti i settori e ha richiesto alle imprese, data la situazione, di spostare, ove possibile, le persone in remoto per svolgere la loro attività lavorativa.
Per alcune realtà aziendali lo Smart Working rappresenta un’opportunità per un miglior bilanciamento vita-lavoro laddove non è importante il “dove” e il “quando” ma il risultato che si ottiene. Se il lavoro agile viene adottato nella sua più pura accezione è certamente una soluzione efficace che non va ad impattare sulle performance del singolo.
Altre organizzazioni, invece, pur avendo applicato la logica dell’home office, appena possibile, hanno richiesto o richiederanno il rientro in ufficio. Talvolta la motivazione può essere il mero controllo, ma in moltissimi casi è anche il desiderio dell’azienda di tornare a una normalità che consenta maggiore interazione tra le persone e scambi che producano crescita e benefici per tutti.
Certamente, in questo periodo di emergenza sanitaria, l’adozione, seppur forzata, dello Smart Working, ha permesso di superare molti pregiudizi, ha dimostrato che può esistere un diverso modo di lavorare, ha indotto le aziende a progredire dal punto di vista tecnologico e a ripensare ai processi, ha contribuito a sollecitare il miglioramento delle competenze digitali dei dipendenti.
Quindi, se da una parte questa “nuova normalità” ha favorito una rapida evoluzione culturale delle aziende e dei dipendenti, dall’altra ha creato anche nuove abitudini e consuetudini, tant’è che la possibilità di lavorare da casa, e quindi in Smart Working, è spesso considerata dai candidati come un benefit e non per quello che in realtà è: cioè solo una diversa modalità di lavorare.
Detto questo è evidente che quando si parla dell’attraction di un’impresa, oltre all’industry, alla solidità dell’azienda, al ruolo da svolgere e al livello proposto al candidato, oggigiorno i punti fermi siano gli elementi che impattano sulla sfera personale e privata del singolo. La flessibilità, la possibilità per il dipendente di autogestire il tempo, di sentirsi valorizzato e di poter vedere delle reali prospettive in termini di formazione e sviluppo, sono variabili fondamentali, rispetto al passato, dove invece a fare la differenza erano solo retribuzione e/o benefit materiali.
In questo contesto la Leadership assume un ruolo fondamentale quando riesce ad essere più empatica, in costante ascolto, con uno sguardo più aperto e sensibile al benessere psico-fisico delle persone. Una Leadership in grado di incoraggiare, motivare alla crescita e creare una connessione forte tra le parti che generi sentimenti di collaborazione, fiducia e lealtà. Una Leadership che favorisca le condizioni perché ogni persona possa portare dei risultati di livello, facendo affidamento sul senso di responsabilità del singolo e le sue competenze, e non sulle ore passate in ufficio.
La new challenge per Manager e HR è infatti ricercare un equilibrio fra agilità e lavoro in presenza che tenga conto delle esigenze del singolo e di quelle del gruppo oltre che, naturalmente, della produttività. Tornare cioè a una logica di Smart Working VERO, che non prescinda dalla relazione umana, da una condivisione della quotidianità, da un pranzo tra colleghi o quattro chiacchiere alla macchina del caffè, perché è anche in queste situazioni che si crea valore, forse uno dei più importanti per le aziende: l’unione e il senso di squadra -no man is an island.
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